Gli atti del X capitolo generale della Società San Paolo prevedono una tappa di formazione carismatica dei professi temporanei che sono al termine dello juniorato. Ecco perché ogni anno le nostre circoscrizioni mandano gli juniores a Roma in vista di partecipare al corso di preparazione immediata alla professione perpetua. Rispetto agli anni precedenti, questa volta, la formazione si è svolta in tre luoghi strategici: Roma per i corsi magistrali; Alba per conoscere le nostre origini e Cinisello Balsamo e Milano – sede istituzionale delle nostre opere apostoliche – per aver una maggiore conoscenza sullo svolgimento dell’apostolato in Italia.
Effettivamente, queste tre aree sono state ricche di insegnamenti, di storie e di testimonianze per i nostri giovani. In effetti, dopo due mesi di lezioni magistrali a Roma, essi hanno effettuato il secondo passo ad Alba (dal 25 novembre al 7 dicembre 2024). Durante la permanenza albese, in un clima fraterno, sotto la guida di don Guido Colombo, hanno visitato i luoghi carismatici della Famiglia Paolina dove “ogni paolino è nato” come continuatore dell’opera evangelizzatrice alberioniana. Ed è stata una vera e profonda immersione nella missione e nella spiritualità paolina per ognuno di loro. In ogni luogo visitato, i vari momenti carismatici vissuti dal fondatore, Don Alberione (1884-1971), sono stati rivissuti “in diretta”: il Seminario di Alba, la Cappella della Madre del Buon Consiglio, il Duomo di Alba con la Cappella dell’Adorazione dove don Maurizio Penne, vicerettore della cattedrale, ha spiegato con accuratezza gli affreschi, e poi, ha condotto il gruppo nella cripta dove riposano le spoglie dei vescovi della diocesi di Alba.
Tutti i momenti trascorsi hanno portato a riflettere e apprezzare il valore della chiamata. La Casa natale di Don Alberione, in particolare, nella sua semplicità e povertà, e il paese di Narzole, con tutto l’interesse creato attorno alla figura del beato Timoteo Giaccardo, sono stati i luoghi più graditi nel pellegrinaggio. Senza dimenticare il Tempio san Paolo in Alba, l’insieme del comprensorio di Casa Madre, con il profondo significato espresso da don Alberione nel 1954: “L’opera di evangelizzazione della Famiglia Paolina qui ebbe la sua “Alba” o principio” (CISP 145).
Non sono mancati i tempi di condivisione fraterna: la Celebrazione eucaristica nel Tempio di San Paolo; la visita agli ammalati; la Celebrazione nella Chiesa parrocchiale di Cherasco, dove don Alberione ha celebrato la sua prima santa Messa; il paese di Narzole con il Parroco che ha ricordato in modo vivo la figura del beato Timoteo Giaccardo; Mango con la figura del Venerabile fratel Borello; e Benevello con il suo primo fiore profumato di santità, Maggiorino Vigolungo. Non ultimo, la Chiesa del Divin Maestro in Alba; Castagnito, casa della Ven. Tecla Merlo. I vari luoghi e momenti presentati e guidati da don Venanzio Floriano (Cherasco e Alba) e don Guido Colombo (Santuario della Moretta, Narzole e Seminario di Alba), sono stati veramente belli, nuovi e significativi per un’esperienza formativa paolina. Possiamo dire che ogni sosta è stata un tempo prolungato di riflessione, di esperienza paolina, ricordando soprattutto le coinvolgenti testimonianze di don Carlo Ambrogio Recalcati e quella di don Floriano Venanzio nei loro percorsi di vita paolina. Importante è stata la visita al settimanale Gazzetta d’Alba e alla redazione di Madre di Dio e di Vita Pastorale, rispettivamente con don Giusto Truglia e don Antonio Sciortino. Il penultimo giorno albese è stato impegnato nella visita alla Chiesa di Gesù Maestro e alla Casa Madre delle consorelle Figlie di San Paolo, accompagnati da don Guido Colombo.
A Cinisello Balsamo e Milano i giovani hanno esperimentato l’ampiezza dell’apostolato paolino in Italia, dalla casa editrici ai periodici (Famiglia Cristiana, Jesus, Credere, Benessere, Maria con te, Il Giornalino, G-Baby ecc.) e qualche il colloquio coi confratelli delle diverse aree apostoliche: il direttore generale dell’apostolato, don Antonio Rizzolo; il direttore di Famiglia cristiana, don Stefano Stimamiglio; il direttore di Jesus e di Credere, don Vincenzo vitale; il direttore della casa editrice e del Giornalino, don Simone Bruno; senza dimenticare don Ampelio Crema, superiore della Comunità di Cinisello Balsamo e responsabile dei Centri culturali San Paolo; don Giacomo Perego (l’incaricato del settore biblico in Italia) e tanti altri confratelli che ci hanno arricchito con la loro esperienza di vita paolina, specialmente don Emilio Sala, don Elio Sala, don Renzo Sala, don Lillo Drogo, don Francesco Cupello e don Nicola Paradiso e i fratelli discepoli Alberto Pignatti, Gabriele Zanderigo e Vincenzo Filannino. E, con don Ampelio, don Rizzolo e don Ponti, gli juniores hanno visitato la redazione di Avvenire (testata della CEI), la Rai (canali televisivi della Repubblica Italiana) e Telenova (canale televisivo dei Paolini in Italia).
I giovani hanno sperimentato come le comunità Paoline non sono costituite di soli mattoni, ma di fratelli e sorelle il cui unico desiderio è essere fino alla fine un fedele 'esercito' di apostoli e apostole della ‘‘Buona Stampa’’. Il pellegrinaggio paolino sui luoghi alberioniani è stato una grande ricchezza in questo speciale momento formativo che ha rinnovato e rafforzato la finalità della loro vocazione: “Vivere e dare al mondo Gesù Cristo, Maestro, Via Verità e Vita” nelle realtà odierne.
Riornati a Roma, la loro formazione si è conclusa il 23 gennaio 2025 con una solenne celebrazione eucaristica presieduta dal Superiore generale don Domenico Soliman e concelebrata da Mons. Valdir José de Castro, ssp, Vescovo di Campo Limpo (Brasile) e tanti altri confratelli sacerdoti paolini. Nella sua omelia, il Generale ha fatto vedere a questi fratelli il valore dell’ «allontanamento di Gesù dalla folla che ascoltava la sua parola». E aggiungeva: «entrare nella barca non significa abbandonare la folla, anzi è il modo tramite il quale Gesù si allontana dalla folla […] nella prospettiva di essere sempre in mezzo alla gente per sanare la loro vita, le loro infermità, per essere segno dell’amore del Padre […]. La barca non solo allontana ma esprime anche nuove opportunità del fare il bene». Gesù, non solo in questa pagina di Mc 3,7-12, ha sempre continuato a fare. «Possiamo dire, Gesù continua a predicare, ad annunciare il Regno, a guarire, ad essere vicino, prossimo alla sua gente. Ma non necessariamente solo perché è toccato, ma perché la sua parola diventa guarigione, il suo vederlo diventa una gioia, l’essere lì esprime la fede in Gesù. La fede è necessaria per essere guariti. …Si guarisce non solo toccando, ma entrando in relazione con Lui. La barca, oggi, è anche il web: navigando nelle reti digitali. Per noi Paolini, ogni luogo, ogni modo di comunicare, sono espressioni della comunicazione e opportunità di testimoniare la luce del Vangelo. Quindi anche nella rete digitale il Signore raggiunge e tocca l’umanità».
E voi, cari fratelli, raggiungete sempre l’umanità con il vostro apostolato nella sua diversità. Buon cammino!